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Rassegna stampa
2006-02-22
ANNIVERSARI
Convegni, pubblicazioni e incontri
per i cento anni dalla nascita del grande studioso
Pechino restaura pensando a Brandi
di Paolo Petroni
in «Corriere della Sera», 22
febbraio 2006, p. 11
Il direttore della Città Proibita a Pechino ha chiesto ai
tecnici italiani dell'Istituto Centrale del Restauro come conservare la
lacca rimasta che ricopre un antico trono ligneo e cosa fare per il resto.
Sino a ieri, infatti, loro la avrebbero levata tutta e rifatta, ma oggi
sono entrati in contatto appunto con gli italiani, che stanno lavorando al
Padiglione della Suprema Armonia e che hanno portato in Cina le teorie e
le tecniche messe a punto da Cesare Brandi in anni di pratica e impegno,
da quando promosse la nascita dell'Istituto nel 1939 con Argan e lo
diresse poi per 20 anni, che sono confluiti nel suo celeberrimo «Teoria
del restauro» edito nel 1963, tradotto in varie lingue, ma solo nel 2005
in inglese.
È facile capire, anche solo da questa notizia, il valore e
il senso del convegno internazionale «Brandi oggi» promosso dall'Istituto
e che sarà ospitato dall'Accademia dei Lincei (30 novembre-2 dicembre),
mentre per tutto l'anno, da Parigi a Buenos Aires, da Lisbona a Budapest e
Tokyo, si terranno le celebrazioni per i cento anni dalla sua nascita
(1906 a Siena, dove mori nel 1988), con convegni e incontri per ricordarne
il lavoro e le idee.
Una personalità complessa di poeta e scrittore fine,
studioso di estetica e della conservazione dei Beni Culturali, storico
dell'arte, interessato alle scienze non superficialmente, che Antonio
Paolucci, presidente del Comitato per le celebrazioni, ha definito da
umanista completo e Licia Borrelli Vlad da illuminista settecentesco, di
quelli che avevano nel viaggiare uno dei punti di forza del conoscere.
Sarà Bompiani, con introduzione di Sgarbi, a ripubblicare
ora il suo «Terre d'Italia», mentre le poesie usciranno nelle Edizioni
della Cometa, e così saranno riproposti molti altri titoli e studi legati
alla sua ricerca grazie all'intervento dell'Associazione Amici di Cesare
Brandi. E l'elenco delle iniziative nel mondo è lunghissimo.
In Italia molti gli appuntamenti romani, a partire dal 14
marzo con la presentazione a Sant'Ivo della nuova edizione di «Restauro:
teoria e pratica» (uscito postumo a cura di M. Cordaro) e, da segnalare,
tra le mostre, «Brandi e Burri», l'artista che contribuì a scoprire, a
Città di Castello, e i quadri della donazione Brandi a Siena, in Santa
Maria della Scala, che proprio lui, con un articolo sul Corriere
nel 1986, quando era ancora un ospedale, propose come futuro luogo cardine
per la cultura della città, che si occupa attivamente oggi della sua
eredità e sta progettando il restauro e una Fondazione per Villa Brandi.
Fine storico dell'arte, da quella senese del Trecento a
Giotto sino a Morandi, Burri e Afro, autore di riflessioni di estetica
come «Carmine o della pittura» o «Arcadio o della scultura». Brandi resta
soprattutto, nel mondo, colui che ha dettato i criteri del nuovo restauro
conservativo, condizionato da precise esigenze critiche e curato su basi
scientifiche, in collaborazione con biologi, fisici, chimici, per rendere
leggibile al meglio un originale, senza minimamente falsificarlo. E alla
presentazione delle iniziative per il centenario, Giuseppe Basile,
direttore dei restauri post-terremoto della Basilica di Assisi, ha
spiegato e mostrato cosa ancora oggi si fa seguendo le sue direttive,
partendo da 80 mila frammenti dipinti estratti dalle macerie, con i quali
si è ricostruita prima la Vela con San Gerolamo e ora quella di Cimabue
con San Matteo, il cui ricollocamento verrà inaugurato a giorni,
garantendo la leggibilità dell'affresco, nonostante se ne sia salvato solo
il 25 per cento.