ASSOCIAZIONE AMICI DI CESARE BRANDI

 

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I Libri di Cesare Brandi


 

 

 

Cesare Brandi

A passo d’uomo

a cura di Vittorio Rubiu

prefazione di Elisabetta Rasy

Editori Riuniti, Roma 2004

223 p. ; 21 cm.

 

Collezione:

Scritti di viaggio di Cesare Brandi

 

Prima edizione:

Bompiani, Milano 1970

 

Risvolto di copertina:

 

Riproposto oggi, dopo trent'anni, in una veste profondamente modificata, con un inedito "Ricordo di Elsa Morante", questo "bellissimo libro", come lo definí Valentino Bompiani, forse era destinato ad apparire diverso. Già quando uscì, nel 1970, rappresentò un'eccezione rispetto ai precedenti libri di viaggio. Non a caso "A passo d'uomo" è il suo titolo, perché "l'arte - dice Cesare Brandi - non è un sovrappiú, non è un lusso, ma la realtà propria, quella che non è data ma che l'uomo si dà". È questo il fondamento ideologico del libro. Precisamente 'a passo d'uomo', dunque a esatta misura umana, egli ci conduce lungo un itinerario di paesaggi e avvenimenti artistici che non possiamo ignorare o 'non vedere' nella nostra piú alta qualità di viventi. Dall'Italia al Marocco, dalla Russia al Portogallo, dall'Olanda alla Turchia "A passo d'uomo" mette a fuoco non la terra del viaggio ma lo stile del viaggiatore.

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Indice

 

9       Prefazione di Elisabetta Rasy
13       Nota del curatore

 

A passo d'uomo

 

Rosa dei venti

19     La Roma scomparsa

23     La piazza di Gualtieri

26     Il significato

31     Un libro su Procida

34     Ricordo di Elsa Morante

37     Un falchetto arabo

40     Veneziani d'imitazione

 

Viaggio breve nei Paesi Bassi

47       Lo Zuiderzee
51       Vedute di Amsterdam
55       Bruges

 

La Santa Russia

61      La Piazza Rossa

65      La casa di Lenin

69      Zagorsk

74      Kiev

79      Novgorod

84      L’Ermitage (I)

89      L'Ermitage (II)

95      L'Ermitage (III)

101     Le notti bianche di Leningrado

106     Al Museo Puskin

110     A Leningrado nelle borghesi stanze di Dostoevskij

113     Nel castello di Pietro il Grande

 

Portogallo

121     Il Giardino botanico

124     Sintra

127     Obidos

130     Nazarè

133     Mafra

136     Coimbra

 

Al di là del Canale di Sicilia

143    Cartagine

147    Il Pardo

151    ElDjem

155    Sbei'tla

158    Kairouan

 

Cirenaica

163    Ancora viva a Cirene l'antica fonte di Apollo

167    Gli enigmatici maiali di Slonta

170    Dolce vita bizantina della giovane Teodora

174    Fra i ruderi di Tolemaide il fiero fantasma di Sinesio

178    Un'affascinante ipotesi sulle «pietre ritte»

 

Come tutta una terra murata

183    Il Caffè Mauro

187    Due facce di berbero

191    La luna verde di Fez

195    L'arrivo a Marrakech

198    L'Agdal

201    Il pic-nic

205    Congedo

 

Turchia
209     L'italiano in Turchia
212     Arrivo a Costantinopoli
216     Il sepolcro di Mida
220     La capitale degli ittiti

 

 

Rassegna stampa:

 

da "I viaggi di Repubblica",  20 Maggio 2004

Lo sguardo inquieto e profondo di Cesare Brandi

di Rory Cappelli

Se fosse stato un fotografo si sarebbe detto che aveva lo “sguardo”. Che sapeva cioè vedere là dove un altro non avrebbe colto nulla, immaginare pur senza inventare; sapeva scoprire; sapeva portare alla luce; riusciva a “toglie­re” il velo. Le sue osservazioni, dunque, come riuscitissime fotografie; come cammei di tempi, di luoghi, di volti, che non sono più ma che tuttavia mantengono inalterata qualche qualità, in filigrana, che ancora consente di riconoscerli. Chi si interessa di storia dell’arte o di restauro conosce Cesare Brandi, che diresse e fondò l’Istituto centrale del restauro e che insegnò storia dell’arte nelle università di Palermo e di Roma. Ma chi ha il viaggio nell’anima, chi dagli spostamenti cerca qualcosa che non sia solo un inanellare un luogo a un altro, come fanno certi bulimici del timbro sul passaporto (ormai pochi), ha per Cesare Brandi una vera passione. Ed è stato in Cina accompagnato dal suo Diario, ha visitato l’Egitto tenendo fede al suo Verde Nilo, ha sognato l’Iran con Persia mirabile e incontrato l’Ellade con la sua Grecia antica. In questo A passo d’uomo che, come spiega il curatore della sua opera, vuole richiamare l’esatta misura umana: uscito per la prima volta nel 1970, è finalmente ristampato con alcune variazioni, alcuni inediti, come il Ricordo di Elisa Morante e molti articoli apparsi su Il Resto del Carlino e il Corriere della Sera e mai più pubblicati. E a passo d’uomo, un po’ incantati, si seguiranno le orme di Brandì, attraverso Roma e Procida, Amsterdam e Bruges, la Russia della casa di Lenin e quel­la di Novgorod e dell’Ermitage, il Portogallo e la Turchia, godendo di questo andare lento, misurato. Da artista che ha “lo sguardo”.

 

Da "La Repubblica", 10 Maggio 2004

Viaggiatore e "visionario"

di Paolo Fallai

L’articolo che pubblichiamo qui a fianco venne firmato da Cesare Brandi il 22 gennaio 1958 sul “Resto del Carlino”. Sarebbe passato poi a collaborare con il “Corriere della Sera” con una fedeltà interrotta solo dalla sua morte, nel 1988. “La Roma scomparsa”, questo il titolo dell’articolo, apre la raccolta “A passo d’uomo” che venne offerta per la prima volta al pubblico nel 1970 da Valentino Bompiani. Oggi sono gli “Editori Riuniti” che da tre anni meritoriamente stanno, pubblicando gli scritti e le straordinarie note di viaggio, di Cesare Brandi - a riproporre il volume per lo stupore del pubblico. Stupore, sì: difficile definire altrimenti quello che si prova di fronte alla freschezza e alla sconvolgente attualità del suo “sguardo”. Di Cesare Brandi, storico dell’arte, fondatore e direttore per oltre vent’anni dell’Istituto Centrale del Restauro, si sa quasi tutto. Del Brandi viaggiatore non si finirebbe mai di saperne abbastanza. È un “visionario” come scrive Elisabetta Rasy nella prefazione al libro, ma di una specie del tutto particolare: “A passo d’uomo” mette a fuoco non la terra del viaggio, ma lo stile del viaggiatore. I luoghi cambiano per dare forma a una particolare geografia, la geografia della Bellezza, e a un particolare paese, il Paese della Visione». E l’andatura quello che caratterizza lo sguardo, dall’Italia al Marocco dalla Russia al Portogallo, dall’Olanda alla Turchia. Eppure, scorrendo pagine che sembrano non avvertire il peso degli anni, quel che finisce per colpire di più é uno struggente smarrimento. Ci manca l'intelligenza di Cesare Brandi ci manca l’appassionata difesa del patrimonio culturale italiano, il disprezzo per gli "affaristi"  pronti a svendere la memoria. Ci manca la semplicità del "professore": nel maggio 1970 Dino Buzzati gli chiese un giudizio su Paul Klee, le cui opere erano allora esposte alla Galleria Nazionale d'Arte ‘Moderna. E lui concluse le poche righe di risposta: "Klee sta là, con i suoi quadrucci che sembrano porsi un gradino il disegno infantile: ma quel gradino è alto come l'Everest".

 

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Pagina creata il 05-01-2007 | Aggiornata il 05-01-2007